“Una scuola per realizzare il mio sogno”: il racconto di una studentessa del corso maggiorenni

Continua il nostro viaggio attraverso le esperienze delle/gli studentesse/stundenti di Scuola Primia: dopo aver incontrato Veronica, che ha seguito il corso minorenni (qui potete leggere la sua intervista!), abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con Alessandra, una/un studentessa/stundente di 24 anni che, dopo aver ottenuto la qualifica di estetista seguendo il corso per le/gli studentesse/stundenti maggiorenni, sta frequentando il corso per conseguire l’abilitazione. Alessandra ci ha parlato del suo percorso scolastico, della scelta di iscriversi a Scuola Primia e dei suoi sogni per il futuro: ecco quello che ci ha raccontato.

 

Raccontaci qual è stato il tuo percorso – sia scolastico che personale – prima dell’iscrizione a Scuola Primia

Mi sono iscritta a Scuola Prima due anni e mezzo fa, dopo aver conseguito il diploma al Liceo Classico e aver frequentato per un anno e mezzo l’università. Ero iscritta a Lingue, a Ca’ Foscari, e anche se i corsi mi interessavano molto – ancora adesso, a dire il vero, le lingue straniere sono un po’ il mio pallino – non ero convinta del percorso che stavo seguendo. C’erano tante cose che non mi piacevano, sentivo di star investendo tantissime energie in qualcosa che non mi gratificava completamente, e alla fine è diventato faticoso continuare. Così ho scelto di lasciare l’università e di cercare una buona scuola di estetica in cui iscrivermi.

Quando ho detto ai miei genitori che non volevo continuare con l’università, a dire il vero non sono stati molto contenti. Mia mamma, soprattutto, mi diceva che mi sarei pentita di non aver preso la laurea, che stavo sprecando un’occasione, ma quando gli ho parlato del mio progetto di entrare nel mondo dell’estetica entrambi ci hanno pensato su e mi hanno detto: «Sai che ti ci vedrei bene?». Così ho mollato l’università, e sono approdata a Primia.

 

Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a cambiare così radicalmente la tua carriera?

Sicuramente il desiderio di imparare cose più concrete, cose da poter mettere in pratica. Quando frequentavo le superiori mi mancava molto questo aspetto, perché di fatto tutte le materie che studiavamo erano puramente teoriche. Per questo dopo aver preso il diploma mi sono iscritta a Lingue: era una strada che mi interessava e che, allo stesso tempo, mi sembrava un po’ più concreta. Però all’università c’erano tanti problemi, anche organizzativi, e non sempre i corsi sono stati all’altezza delle mie aspettative, quindi ho deciso di cambiare completamente settore.

 

Come hai conosciuto Scuola Primia?

Quando ho deciso di iscrivermi a un corso per diventare estetista ho cominciato a chiedere informazioni, e una mia amica che aveva frequentato una scuola di estetica a Venezia mi ha fatto il nome di Primia. Me ne ha parlato benissimo, così sono andata a cercare il loro sito internet e mi sono fatta un’idea dell’offerta. A quel punto ho contattato direttamente la scuola, ho preso un appuntamento e, dato che l’impressione che ho avuto di persona confermava l’idea che mi ero fatta su internet, mi sono iscritta.

 

Prima di iscriverti a Scuola Primia, quali erano i tuoi dubbi o le tue perplessità? E qual è stata la molla che ti ha aiutato a superarli?

All’inizio la cosa che mi spaventava di più era la scarsa considerazione che c’è ancora oggi, in Italia, per la figura dell’estetista. Questa è una cosa che a me dispiace moltissimo, ma purtroppo nel nostro paese ci sono ancora troppe persone che credono che fare l’estetista sia una professione riservata a chi non ha alternative, a chi non ha trovato di meglio. È un pregiudizio che nasce dalla disinformazione, ma esiste e ha molto peso. Poi va detto che – purtroppo – ci sono anche tante scuole di estetista che sono di scarsa qualità, e che quindi hanno una cattiva reputazione che alimenta questa mentalità. Per questo, quando ho deciso di iscrivermi a una scuola per diventare estetista, mi sono detta: “devi trovare la miglior scuola possibile, la Oxford delle scuole di estetica”. Primia per me è questo, e quando ho capito quanto era seria l’offerta scolastica che proponevano non ho più avuto dubbi e mi sono iscritta.

 

Com’è la giornata tipo a Scuola Primia?

Definire una giornata tipo non è facile, perché le cose cambiano molto da un anno all’altro. Il primo anno si fanno solo lezioni teoriche e laboratori, poi con il tempo si aggiungono gli stage che negli anni diventano sempre più importanti. Diciamo che, comunque, si cerca sempre di mantenere un certo equilibrio tra lezioni di teoria e lezioni pratiche e di laboratorio. Una delle cose che apprezzo molto di questa scuola è che le lezioni teoriche sono di ottimo livello: io, nel mio percorso, penso di aver approfondito molto bene ambiti importantissimi come quello della biologia, dell’anatomia, delle scienze dell’alimentazione… tutte cose fondamentali per un’estetista. Questo però non significa che la parte pratica venga sacrificata: secondo me è molto bello e importante che, durante il laboratorio, venga spiegato il funzionamento di tutti i macchinari presenti a scuola, in modo che le/gli studentesse/stundenti possano imparare a utilizzarli e arrivare preparate al momento in cui entreranno in un centro estetico e dovranno mettersi alla prova veramente.

 

Ci puoi raccontare, nella pratica, come si svolgono i tirocini di Scuola Primia? Pensi che l’organizzazione venga incontro alle esigenze delle/gli studentesse/stundenti?

Quando arriva il momento di iniziare il tirocinio, ogni studentessa può scegliere se trovare da sola un centro estetico in cui inserirsi o se seguire i consigli della scuola, che ha una lista di centri estetici “di fiducia”, tutti nella zona di Padova. Il vantaggio di fare da sole è che si può scegliere un centro magari vicino casa, o di cui si conosce personalmente la titolare. Se si utilizza la lista fornita dalla scuola, d’altra parte, si è un po’ più sicuri di non fare brutte esperienze, perché quelli consigliati dalla scuola sono centri con cui Primia ha già collaborato (spesso, anzi, sono gestiti proprio da ex allieve di Primia!) e con cui si è trovata bene. Diciamo che i consigli della scuola sono una garanzia in più, soprattutto per le/gli allieve/allievi più giovani.

Una volta trovato il centro estetico e fatta la procedura burocratica per iniziare il tirocinio, si riceve un registro vidimato dalla Regione che viene compilato quotidianamente e poi firmato sia dalla/dal studentessa/stundente che dalla tutor, in cui sono segnate le ore e le attività svolte. Arrivati a metà delle ore di tirocinio previste si riceve una valutazione intermedia, e poi alla fine del percorso viene assegnato alla/al studentessa/stundente un voto che va da 0 a 10, più un giudizio che valuta tanti diversi parametri: il rapporto con i colleghi, il rapporto con i clienti, la competenza teorica, quella pratica e così via. Questo voto relativo allo stage incide molto sul voto finale con cui si consegue il diploma, perché solo chi ottiene 10 allo stage può diplomarsi con il voto massimo, cioè 100.

 

Cosa diresti a una persona che vorrebbe iscriversi a Scuola Primia ma che si chiede se sia la scuola adatta per lei?

Io sono una persona molto pragmatica, quindi direi prima di tutto che quando ci si iscrive a questa scuola si deve essere preparati a studiare. E non solo perché è obbligatorio farlo, o per avere un buon voto all’esame finale: secondo me è importante dedicare impegno allo studio perché questa scuola può dare veramente molto, a patto che dall’altra parte ci sia voglia di imparare. Poi direi loro che, se ha davvero un interesse a farsi una buona cultura dell’estetica, Scuola Primia è senza dubbio la scuola giusta, il “plus ultra” che permetterà loro di completare nel modo migliore la sua formazione.

 

Quali sono i punti di forza di Scuola Primia, e quali aspetti pensi che potrebbero essere migliorati?

Come ho detto prima, io mi sono iscritta qui perché cercavo la miglior scuola di estetica che fosse alla mia portata, e credo di averla trovata. Per me i punti di forza di Primia sono prima di tutto la serietà del percorso didattico, l’attenzione per la qualità delle lezioni e la professionalità delle insegnanti. A me, tra l’altro, piace molto approfondire le cose: se una materia mi appassiona non smetterei mai di studiarla, quindi per me questo è sicuramente l’aspetto più importante in assoluto.

Come consiglio per fare ancora meglio, mi viene in mente che sarebbe bello dare alle/gli studentesse/stundenti qualche informazione in più sui regolamenti, le procedure e le modalità di accesso alla professione di estetista nei paesi extra-europei, perché la qualifica e l’abilitazione conseguite in Italia valgono in tutti i paesi dell’UE, ma non fuori dall’Europa. So che magari non sono così tante le persone interessate a trasferirsi in un altro continente, ma qualcuna potrebbe essere interessata, e al momento la scuola non affronta questo specifico tema. Un’altra cosa che si potrebbe cambiare – ma non so se questo dipende dalla scuola o dal regolamento della Regione – è la regola per cui chi prende un voto inferiore a 10 nella valutazione dello stage, non può ottenere il diploma con 100. È una cosa assurda, secondo me, perché in qualsiasi esame vengono sempre concessi dei punti di bonus… e non è giusto che una persona che magari ha preso 9 allo stage, possa poi diplomarsi al massimo con 99.

 

Per finire, ci vuoi raccontare quali sono i tuoi progetti e i tuoi obiettivi dopo la fine degli studi?

Il mio sogno, da tempo, è molto preciso: mi piacerebbe aprire una SPA in un paese extra-europeo, magari il Canada. Per riuscirci credo che, dopo l’abilitazione, farò un mese di full immersion in un’accademia di formazione per SPA manager, poi cercherò un lavoro che mi permetta di mettere da parte un po’ di soldi e, infine, partirò.

Questo desiderio di andare fuori dall’Europa non dipende solo dalla mia curiosità, dal mio desiderio di viaggiare e dalla mia passione per le lingue: vorrei andare in un paese straniero perché ho la sensazione che lì ci sia una diversa considerazione della professione di estetista. Ci sono paesi – come l’Australia, o il Canada appunto – in cui il benessere e la cura del corpo sono considerati in modo molto più serio che da noi, e in cui l’estetista e il personal trainer sono riconosciuti come figure importantissime, perché lavorano per far crescere il benessere delle persone. Mi piacerebbe che anche in Italia si arrivasse a una concezione di questo tipo: significherebbe davvero un bel salto di qualità per tutti coloro che esercitano questa professione.

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